La robinia, l'ailanto, l'acero americano, il ciliegio tardivo, l'abete di Douglas, il pioppo ibrido e l'olmo siberiano sono solo alcune delle circa 100 specie di alberi non nativi presenti in Italia. Introdotte per scopi ornamentali queste specie esotiche sono per lo più usate, anche in Trentino, nel contesto urbano e periurbano, perché si adattano meglio agli ambienti cittadini, ma possono causare problemi ecologici perché queste piante competono e spesso sovrastano le specie indigene, trasformando significativamente gli equilibri degli ecosistemi forestali.
I benefici attesi e i potenziali rischi legati alla presenza di alberi non nativi nelle regioni geografiche europee sono oggetto di un workshop internazionale coordinato dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige nell’ambito del progetto Alptrees, che vede coinvolto come partner il Comune di Trento e come “osservatore” il Servizio foreste della Provincia autonoma di Trento. L’evento si svolgerà in formato digitale oggi, 25 e domani 26 febbraio alla presenza di oltre cento ricercatori ed esperti dell’area alpina.
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