Il 31 gennaio è entrata in vigore la legge relativa al testamento biologico che consente al paziente di rifiutare l’accanimento terapeutico. Oltre ad un documento pubblico e ad un documento privato autenticato la legge prevede la terza possibilità per il cittadino di depositare il proprio testamento biologico presso il Comune di residenza. “I Comuni hanno il compito di raccogliere tali dichiarazioni, controllare i dati della persona interessata, registrare il testamento biologico e di conservare il documento originale”, ha affermato Benedikt Galler, direttore del Consorzio dei Comuni, nel corso di un recente incontro al quale hanno preso parte presso l’Ospedale di Bolzano l’assessora provinciale alla salute, Martha Stocker, il presidente del Comitato etico, Herbert Heidegger, e rappresentanti dell’Azienda sanitaria.

Galler ha inoltre sottolineato che non è compito dei Comuni verificare il contenuto del documento. Non appena verrà istituito il registro centrale a livello nazionale previsto dalla legge, i Comuni provvederanno ad aggiornare anche questo sistema. Johannes Ortler, direttore dell’Ufficio governo sanitario, ha quindi annunciato che il testamento biologico potrebbe diventare, entro pochi mesi, parte integrante del fascicolo sanitario elettronico. In questo modo potrebbe essere più semplice il controllo da parte dei medici curanti in merito all’esistenza o meno di un testamento biologico del paziente.
Il presidente del Comitato etico ha sottolineato che è fondamentale la consulenza da parte di un medico. In questo modo da un lato le persone saranno consapevoli della portata della loro decisione e dall’altro i medici potranno avere un concreto sostegno nelle loro decisioni in merito alle terapie da adottare.
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