Timbravano l'una il cartellino per l'altra, la Cassazione respinge il ricorso delle due dipendenti e conferma il licenziamento in tronco operato dall'Azienda verso le due ormai ex lavoratrici. Le due ex centraliniste all'Azienda pubblica dei servizi alla persona di Trento erano finite nel mirino del datore di lavoro, secondo il quale le dipendenti si erano fatte il favore di scambiarsi la timbratura al fine di maturare e godere più giorni di riposo compensativo. Giunge così alla fine un contenzioso dalle alterne vicende. Nel 2015 il Tribunale di Trento si era opposto al licenziamento e in quella sede aveva chiesto il reintegro e il risarcimento da parte dell'azienda, mentre nel 2016 la Corte di appello di Trento aveva ribaltato la sentenza. Ora arriva la parola fine e la Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento. Secondo la Cassazione la Corte di appello aveva agito in maniera corretta e aveva ripercorso l'organizzazione e le modalità di effettuazione del servizio di centralino e delle prestazioni lavorative in questione, oltre all'attestazione delle presenze. Nel corso degli approfondimenti emergeva che la turnistica del centralino si svolgeva secondo due turni, il primo dalle 7 alle 13.30 e il secondo dalle 13.30 alle 20, sempre con un unico operatore: nessun altro lavoratore aveva gli stessi orari e quando veniva effettuate le registrazioni contestate era in servizio solo una delle due. I giudici non hanno così accolto la tesi delle ex centraliniste che sostenevano di essere vittime di 'trappole' o 'vendette' e hanno confermato la piena legittimità del licenziamento da parte dell'azienda.
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